Da ottobre 2023 si sono manifestati segnali di diminuzione dei tassi di mercato, anticipando la decisione della BCE. Nelle settimane più recenti tale tendenza alla diminuzione si è stabilizzata. È quanto ha rilevato l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) nel rapporto mensile di luglio. L’ABI ha registrato che nei primi 11 giorni di luglio il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,70% (3,72% a giugno) e in diminuzione di 30 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.
Il tasso sui BOT a sei mesi è stato in media del 3,60% (3,59% nella media di giugno) e in calo di 45 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023, mentre il tasso IRS a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,82% (2,79% a giugno) e in diminuzione di 70 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023 e il tasso sui BTP è stato in media del 3,96% (3,95% a giugno) e in diminuzione di 103 punti base rispetto al valore massimo registrato sempre a ottobre dello scorso anno.
A giugno il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,56%, rispetto al 3,61% di maggio 2024 e al 4,42% di dicembre 2023, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è diminuito al 5,25% rispetto al 5,38% di maggio 2024 e al 5,45% di dicembre 2023 mentre il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,77% dal 4,80% del mese precedente.
Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a giugno 2024 è stato il 3,39%. A maggio 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,50%; area dell’euro 3,44%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 310 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a giugno 2024 è stato il 3,91%, con un incremento di 260 punti base
rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.
A giugno 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,02% (1,05% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,56% (0,58% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022), tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento. Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a giugno 2024 è sceso a 193 punti base (200 punti nel mese precedente).
La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di circa 213 miliardi tra maggio 2023 e maggio 2024 (134,8 miliardi famiglie, 20 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). A giugno 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 14,9% (+18,4% nel mese precedente). I soli depositi, nelle varie forme, a giugno 2024 sono cresciuti dell’1,4% su base annua (-0,8% il mese precedente). La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a giugno 2024 è risultata in aumento del 3,0% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio anno (+1,4% a maggio 2024).
Il calo dei volumi di credito è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a giugno 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,7% rispetto a un anno prima, in rallentamento rispetto al calo registrato a maggio 2024 (-2,1%) quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,1% e quelli alle famiglie dell’1,1%.
A maggio 2024 i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono leggermente diminuiti a 30,3 miliardi di euro, da 30,5 miliardi di dicembre 2023 (31,2 miliardi a settembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 166 miliardi. A maggio 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,43% dei crediti totali. A dicembre 2023, tale rapporto era l’1,41% (1,42% a settembre 2023; 9,8% nel 2015).